La legge in vigore prevede la possibilità di divorzio
consensuale o di divorzio giudiziale solo dopo che siano trascorsi dodici mesi
dall'udienza di separazione, in questo lasso di tempo i coniugi sono ancora
sposati e quindi non possono contrarre nuovo matrimonio. Trascorso il termine
citato, i coniugi, o uno di essi, può chiedere il divorzio.Il divorzio
consensuale o congiunto prevede un accordo tra le parti, con richiesta di
ratifica al tribunale competente tramite un ricorso. Il ricorso in
questo caso può essere introdotto anche da un unico avvocato che
tutela, o dovrebbe tutelare, gli interessi di entrambi i coniugi e, se vi sono,
dei figli.
Il secondo, cioè il divorzio giudiziale, può essere
introdotto anche da un solo coniuge, prevede un vero e proprio processo civile con un
contraddittorio tra le parti volto ad accertare responsabilità e a definire le
condizioni, dopo aver ascoltato le parti e raccolto prove. E' evidente che la
durata aumenta.
E' evidente fin dalla premessa che il divorzio
consensuale è possibile laddove le parti arrivino alla fine del matrimonio con
una litigiosità non elevata o meglio nulla, mentre il divorzio
giudiziale è necessario quando le parti non sono d'accordo sui fatti salienti
riguardanti la gestione dei rapporti dopo il matrimonio come il mantenimento,
l'assegnazione della casa, la collocazione dei figli, le visite dei figli e i
relativi oneri di mantenimento e loro ammontare.
Altro elemento da valutare è l'addebito del divorzio e
le colpe, queste vi sono quando uno dei coniugi con il suo comportamento
contrario ai doveri coniugali ha fatto venir meno l'affectio maritalis. In caso
di addebito, il coniuge, seppur in posizione economica debole, ha diritto solo
agli alimenti, se ne sussistono i presupposti, e non anche all'assegno di
mantenimento, per questo è rilevante la pronuncia di addebito che solo in
seguito ad una separazione/divorzio giudiziale vi può essere.
Se il divorzio consensuale ha il vantaggio di
richiedere tempi minori, molti sono i vantaggi di un divorzio giudiziale. Spesso, infatti, i
coniugi non sono nella stessa posizione economica e psicologica e la parte
debole del rapporto, sopraffatta dal dolore o magari da una sudditanza
psicologica, tende ad accettare le condizioni inique che l'altra parte
detta, senza rendersi conto delle conseguenze nefaste anche per il futuro che
tale accettazione comporta.
Questo non accade con il divorzio giudiziale in cui
vengono ponderati i fatti che portano alla cessazione del legame tra i coniugi
e le relative posizioni, tenendo conto anche dei fatti addotti e dalla
prove raccolte. In sintesi il divorzio giudiziale permette di analizzare la
situazione della famiglia 360° per una tutela completa di tutti.
Il giudice deve anche valutare la posizione rispetto
agli eventuali figli stabilendo la collocazione, le visite, gli assegni dovuti
per il mantenimento dei figli.
Per quanto riguarda i figli, la regola generale
attuale è che ci sia l'affido condiviso, solo nel caso in cui si ritenga che
esso possa essere lesivo dell'interesse del minore, si può procedere ad un
affido esclusivo.Deve comunque essere sottolineato che un divorzio giudiziale
può essere trasformato in consensuale, nel caso si raggiunga
un accordo. Lo Studio Legale dell'Avv. Divorzista e Matrimonialista Stefania Cita, offre assistenza legale qualificata per divorzi giudiziali anche con il Patrocinio a spese dello Stato.